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LE RAZZE AUTOCTONE - LA MORA ROMAGNOLA

notizie e curiosità


dal 04 Gen 2021 al 31 Dic 2021

In Italia le razze autoctone ufficialmente riconosciute ed iscritte al registro anagrafico dei tipi genetici autoctoni sono solo 5.

Questo registro conserva le informazioni genealogiche dei soggetti iscritti al fine della conservazione delle razze, con particolare attenzione al mantenimento della loro variabilità genetica e ne promuove, al contempo, la valorizzazione economica.

Il Registro anagrafico dei tipi genetici autoctoni è tenuto dall’ANAS (Associazione Nazionale Allevatori Suini). E’ composto da divisioni distinte per ogni razza pura: Cinta Senese, Mora Romagnola, Nero Siciliano, Casertana, Calabrese.

I caratteri genetici di queste 5 razze sono chiaramente definibili, cioè hanno conservato i loro geni originali di purezza, mentre ne esistono altre i cui geni in parte si sono modificati o persi per sempre a causa di dei vari incroci di razze che hanno subito nel corso degli anni. Sono più di 30 le razze, popolazioni o varietà individuate sul territorio italiano appartenenti alle razze storiche.

Sino alla metà dell’800 le razze suine allevate in Italia erano quasi esclusivamente quelle cosiddette autoctone, di colore nero. Davano prosciutti magri molto apprezzati e carni molto saporite idonee per gli insaccati. Alla metà del 900 queste razze autoctone stavano tutte per scomparire, assorbite dai continui incrocio sostituite da altre razze più redditizie per gli allevatori, ma con carni meno saporite.

Fortunatamente in tutta Italia si sono prese misure e sono nate iniziative importanti per salvaguardare la biodiversità di queste “razze pure” in via d’estinzione e oggi si può dire di esserci riusciti grazie all’impegno di alcuni Consorzi di allevatori. In Emilia Romagna è nata COPAF, Consorzio per la tutela della Mora Romagnola, con sede a Brisighella, Ravenna.



La Mora Romagnola

335.000 suini neri popolavano agli inizi del 900 le valli e le colline dell’Appennino romagnolo e bolognese. A seconda dei luoghi di allevamento i suini venivano definiti con diversi nomi: forlivese, faentina, riminese, bruna, mora, castagnina.

Solo nel 1942 a Faenza un convegno di zootecnici ne definì con precisione i caratteri della razza e ne codificò la denominazione: mora romagnola.

Nel secondo 900 le condizioni socio-economiche e soprattutto nuove domande produttive e la progressiva intensificazione dell’allevamento suino portarono a un continuo calo della popolazione di mora romagnola: nel 1949 se ne contavano 22.000 capi perlopiù concentrati nell’area dell’Appennino faentino.

Oggi ne sopravvivono un migliaio di esemplari, grazie soprattutto al lavoro del Consorzio COPAF.


Le caratteristiche della Mora Romagnola: maiale antico, di diretta derivazione dal progenitore di molti maiali euorpei, il sus celticus, che arrivò in Italia con le invasioni barbariche nel IV e V secolo d.C. adattandosi perfettamente ai nostri habitat dove per secoli ha rappresentato il fondamento dell'economia agricola rurale.  Si pensi che le dimensioni dei boschi si misuravano con il numero di suini che erano in grado di nutrire. Manto nero, buon sviluppo in altezza (80-90 cm), tronco cilindrico lungo e depresso con linea dorso-lombare convessa e la cosiddetta “linea sparta” costituita da robustissime, irte e fitte setole che ricoprono tutta la linea dorsale. Testa conica, orecchie lunghe in avanti, muso molto simile a quello del cinghiale. Questi suini possono arrivare a pesare fino a 300 kg. Ottima la consistenza della carne e ricca di sapore, adatta per gli insaccati.
 


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LE RAZZE AUTOCTONE - LA MORA ROMAGNOLA


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